Giardini di sbarre è una poesia tratta dalla raccolta poetica “Clesshydra” di Gaetano Nestor Anìa.
Giardini di sbarre
Giardino di sbarre
Una rosa appena sbocciata
incontra il suo giardino
ed insieme creano un nido ben curato,
verde e fiorente,
baciato dal sole splendente.
I fiori del nido si trasformano.
gli steli diventano sbarre
e i boccioli sono celle che non si scardinano.
La rosa non è più libera,
ma rinchiusa in una serra,
sia di giorno che di sera.
Il giardino abbandona il nido,
s’idrata di vino
e, al ritorno, sulla rosa lascia un livido.
La rosa scappa via,
ma il giardino la implora
di vedersi almeno per un’ora.
In quell’ultima ora
il giardino tortura il suo stelo
e la rosa appassisce al gelo.
Il nido della rosa è la bianca pietra,
perché non vedrà un’altra primavera.
Il giardino sarà condannato,
ma un giorno sarà liberato.
Poesia tratta dal Contest No alla violenza sulle donne organizzato dal gruppo Facebook Gli amici delle emozioni della poetessa Alessandra Di Girolamo.
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